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Chiesa de San Bartolomeo

Dopo l’espulsione degli ebrei dal quartiere ebraico nel 1391, questo quartiere si trasforma nel quartiere cristiano di San Bartolomeo, il quale deve essere dotato di una parrocchia.
Dovuto allo spopolamento della area, si prevede la costruzione di un tempio modesto, di piccole dimensioni, che basti a simboleggiare la nuova direzione spirituale dei suoi abitanti. Si inizia cosí, alla fine del XIV secolo, la costruzione di questa chiesa, che plausibilmente non si giunse a terminare.

Pianta della chiesa nel suo stato attuale


La chiesa presenta una navata centrale, convertita ora in un patio e presieduta da un’imponente palma, e due navate laterali, una di queste come portico d’entrata alla Cappella Mudejar e l’altra, che non si giunse a costruire, come lascia intravedere il punto di partenza dell’arco nell’angolo superiore sinistro del patio.

Punto di inizio dell’arco di ció che doveva essere la navata laterale sinistra del tempio


É un tempio modesto, non solo per le dimensioni, ma anche per i materiali con cui si costruisce: materiali di riciclo, ossia, resti di colonne, capitelli o basamenti riutilizzati da altre costruzioni, che peró oggi gli aggiungono un indiscutibile valore storico.



La navata laterale, galleria d’accesso alla cappella, consta di tre archi di mattoni appuntiti inclinati, usuali soprattutto a partire dalla fine del XIV e XV secolo in vari conventi cordovesi di impronta mudéjar.
La chiesa, che non si giunge mai a completare, si trasforma cosí in un spazio architettonico singolare di antisala alla Cappella Mudéjar. La sua funzione, formando parte dell’antico ospedale del cardinale Salazar, fondato nel 1704 come Ospedale degli Agudos o enfermi piú gravi, suppone l’alterazione delle sue livelli originali, col fine di dargli continuitá dall’ospedale, come si puó apprezzare dalla litografia di F.J. Parcerisa, raccolta nel libro “Ricordi e bellezza di Spagna. Cordova.” (Madrazo, P. Madrid 1855).



La riabilitazione del monumento nel 1953, realizzata con la direzione dell’architetto Rafael de la Hoz Arderius, recupera le livelli originali dei pavimenti e dota l’insieme della radici della palma che presiede il patio, che rimangono scoperte, di un intreccio realizzato con il tipico “chino cordobés”, opera dell’artista e pittore cordovese Pascual Lara. Questo artista, insieme anche al pittore Miguel del Moral, realizzarono la restaurazione della policromia della Cappella, con il portale e gli stucchi.
Inoltre, si completa in questa data la pala d’altare barocca della cappella maggiore, le cui immagini orginali si sono perdute. Le immagini attuali, di diversa provenienza, son un Crocifisso, la Vergine e san Giovanni. A queste si somma, in una nicchia nella parte laterale dell’altare maggiore, una scultura di una Madonna, o Vergine con bambino.
Nell’attualitá, la Cappella di san Bartolomeo fa parte della facoltá di Filosofia e Lettere, situata nell’antico Ospedale del Cardinale Salazar, nel posto dove vi erano le case dei Simancas, distrutte nel 1702 e di cui si ha testimonianza dell’esistenza a partire dagli inizi del secolo XVI.
Un elemento particolare dell’insieme é il tunnel, non visitabile, che, dal patio centrale della Facoltá, si dirige verso la mura della Calle Cairuán, limite della Judería, attraverso la chiesa. É documentata l’esistenza di vari tunnel sotto la Judería che conducono fuori dalla cittá murata, che possibilmente erano una via di fuga per la popolazione ebrea in caso di pericolo, oltre che a servire per immagazzinare grano e altre mercanzie.